
CUT!
Stand-up comedy sulle censure dei Cartoni Animati

La censura nei cartoni animati: quando l’animazione faceva paura ai grandi
I cartoni animati hanno fatto sognare generazioni di bambini… ma non sempre tutto ciò che arrivava sugli schermi era esattamente come lo avevano pensato i loro creatori. Dietro molte delle serie che abbiamo amato, si nasconde infatti una lunga storia di censure, tagli e adattamenti spesso imposti per “proteggerci” da contenuti ritenuti troppo forti o inadeguati.
Negli anni ’80 e ’90, l’arrivo in Italia dei cartoni animati giapponesi — i celebri anime — ha scatenato le prime vere battaglie tra editori, genitori e censori. Serie come “Lady Oscar”, “Ken il Guerriero” o “Sailor Moon” venivano trasmesse sulle TV generaliste, ma spesso profondamente modificate: tagli alle scene più violente, interi episodi saltati e dialoghi riscritti per renderli “più adatti” al pubblico dei più piccoli.
Il motivo? Molti di quei cartoni trattavano temi considerati tabù per l’epoca: amore, morte, violenza, guerra, identità di genere. Temi complessi, forse troppo per una società abituata a pensare che tutto ciò che è “animato” dovesse essere per forza “per bambini”.
La censura oggi: tra politicamente corretto e streaming
Negli ultimi anni, con l’arrivo delle piattaforme streaming e un pubblico sempre più globale, la censura nei cartoni animati ha assunto forme nuove. Non si parla più solo di tagli per scene violente o troppo esplicite, ma di una revisione legata alla sensibilità contemporanea su temi come razzismo, sessismo, stereotipi di genere o discriminazione.
Anche i classici di Disney sono finiti sotto la lente d’ingrandimento per alcune rappresentazioni oggi considerate offensive. Alcune piattaforme hanno scelto di mantenere i contenuti originali, ma introducendo un avviso che spiega il contesto storico di quei passaggi. Altre invece hanno preferito rimuovere o modificare intere scene.
Come raccontare storie che rispettino la sensibilità del presente, senza però stravolgere le opere originali? Fino a che punto è giusto “correggere” un’opera d’animazione?
È un equilibrio delicato, che spesso divide pubblico e critica.
La verità è che i cartoni animati — dietro i loro colori e la loro leggerezza — sono sempre stati uno specchio della società e delle sue trasformazioni.
E forse proprio per questo ci fanno discutere, riflettere e sognare.